“L’Altra volta…che tutto si fermò”

Con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale si interrompono i festeggiamenti.

Ci sono le “pandemie” nella storia dell’umanità…ma purtroppo ci sono anche le guerre; la Festa (la Festa dell’Uva di Impruneta) iniziava il suo percorso di consolidamento negli anni ’30, diventando presto un punto di riferimento per il Paese e i territori confinanti.

Era una povera e semplice Italia che fermava i lavori dei campi per festeggiare l’Uva ma soprattutto il Vino. La scellerata mossa del Regime fascista gettò l’Italia intera nella tragedia…

Le cronache si fermano all’edizione del 1938. Con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale si interrompono i festeggiamenti.

Impruneta pagherà un duro prezzo in termini di vittime civili e danni al patrimonio anche artistico. Negli anni fra il 1945 e il 1950 l’opera di ricostruzione materiale procede spedita. Nel contempo la guerra combattuta sul campo lascia il passo alle contrapposizione ideologiche alimentate dalla “guerra fredda”.

La decisione di ripartire con la Festa trova notevoli ostacoli ed i promotori devono fronteggiare l’opposizione soprattutto di chi ne ricorda l’origine voluta dal regime fascista.

Oggi, nuovamente ai “box”, con il Mondo intero sotto l’attacco del COVID19, rimembriamo vicende che molti di noi hanno letto soltanto sui libri di Storia…gli spunti di riflessione sono molti e trovano poche comparazioni apparenti con il tragico “stop” della Seconda Guerra Mondiale.

Di certo, la Festa dell’Uva, come da titolo, è da sempre una Festa. Probabilmente la naturale prosecuzione di quelle Feste sulle aie dei contadini che allietavano il duro lavoro dei campi con qualche stornello e un buon bicchiere di vino e già, negli anni ’30, poco aveva a che vedere con propagande fatte da carri armati di cartone e spedizioni suicide in terra di Russia.

Quel che conta, oggi, è ritrovare ancora una volta la fiducia e l’entusiasmo per ripartire, così come fecero quel gruppo sparuto di imprunetini nel dopo guerra, contornati da macerie e povertà!