Quella volta che: “io non ho visto nulla…ma domani ricordatevi che siete a rimettere il tetto della mia capanna!”

Per chi ha qualche anno sulle spalle e ha frequentato la Festa dell’Uva, si sarà senz’altro imbattuto nella costruzione di una così detta “casina”!

Cos’è una “casina”???

Dicesi casina quella struttura fatta di legno, intonaco e coppi che tende a replicare (spesso in scala ridotta) una casa o un casale tipicamente Toscano, spesso rustico e agricolo, abitazione un tempo di una famiglia contadina…

E come tante altre volte, come accadeva in tutti i nostri Rioni, non sempre ma spesso, nei primi anni settanta, il Rione del sant’Antonio si approcciò alla costruzione su di un carro di una di queste; la tecnica non era dissimile dalla progettazione e costruzione di una casa colonica vera che, anche in questo caso, nasceva non tanto da un disegno preordinato ma piuttosto dalla fantasia di chi la costruiva!

Tutto procedeva nella direzione giusta, fino a quando gli eroici rionali non si trovarono di fronte alla finitura della stessa; la struttura realistica meritava un tetto come si deve e il Poggini, l’Ameli e un gruppo sparuto ma determinato, decisero di far visita a tarda notte alla capanna del Citernesi…

…in men che non si dica, il trasferimento dei coppi, come per magia era cosa fatta e la “casina” poteva sfoggiare un tetto splendente e realistico.

Tutto era pronto per lo spettacolo venturo e tutto sembrava procedere per il meglio, fin quando, apparve sullo sfondo degli ultimi ritocchi una strana conversazione!

Il Perini (l’allora Presidente del Rione) e il Citernesi (quello della capanna) stavano discutendo, per la verità in modo garbato e reciprocamente educato. Fu a quel punto che il Citernesi, con fare signorile disse al Perini:

“io non ho visto nulla…ma domani ricordatevi che siete a rimettere il tetto della mia capanna!”

P.S. tratto dalle memorie dei rionali del Sant’Antonio