Il carro “La natura vince ancora” del Rione Sant’Antonio vince con 54 punti la 96ª edizione della Festa dell’Uva di Impruneta. Secondo classificato con 49 punti il Rione Pallò con il carro “Sensi di libertà”, terzo classificato con 33 punti il rione Le Fornaci con il carro “Romeo e Giulietta”, quarto classificato con 29 punti il rione Sante Marie con il carro “Negli intrecci della nostra storia”.
IL PRIMO POSTO DEL SANT’ANTONIO
“La natura vince ancora”. È questo il titolo dello spettacolo che il rione del Sant’Antonio ha portato in piazza.
Una manifestazione di grande chiarezza: nei concetti espressi e nella magnifica coreografia allestita principalmente da Niccolò Poggini, che saltando e correndo in tutti gli angoli della piazza ha guidato i tanti rionali a creare uno spettacolo avvolgente e magnetico.
Analizzando il problema del cambiamento climatico, citando visivamente i disastri che questo può creare, il rione vincitore ha fatto forza sulla linearità e sulla chiarezza di ciò che ha messo in scena.
Riuscendo anche a mettere in secondo piano il fatto che, forse, il carro non fosse tra i migliori degli ultimi anni.
Tra fuoco, acqua, ghiaccio, cenere, alberi, scale, e l’Arca di Noè a simboleggiare la salvezza e la rinascita, il Sant’ Antonio ha conquistato pubblico e giuria.
PALLO’: UN OTTIMO SECONDO POSTO
Un carro pazzesco quello del rione caratterizzato dal consueto colore verde e vincitore uscente dell’edizione del 2019.
Una scenografia industriale condita da scintille a profusione che per un gioco di prospettiva sembra escano da lattine ricolme di benzina.
Fumi che danno l’impressione che nella fucina, ricostruita a pennello, ci sia davvero qualcosa di incandescente. Con l’uso di odori che ha coinvolto lo spettatore in un’esperienza avvolgente. La sensazione di percepire lo spettacolo con tutti i sensi a nostra disposizione.
Ed è questo l’aspetto su cui il rione ha puntato maggiormente. Da qui anche il nome dell’esibizione “Sensi di Libertà”.
I colori visibili sono perlopiù quelli caratteristici del vino e dei vigneti, mantenendo così il legame che inevitabilmente la Festa dell’Uva deve avere col nettare degli Dei.
Insomma, un insieme di emozioni sensoriali: che però non è bastato a bissare la vittoria della scorsa edizione.
33 PUNTI E TERZO POSTO PER LE FORNACI
Una tragedia shakespeariana ha guidato il pubblico per tutta la durata dell’esibizione del rione delle Fornaci.
“Romeo e Giulietta”, analizzata facendo un analogismo tra la faida Capuleti-Montecchi con quella tra uomo e ambiente, ha fatto da pretesto per descrivere una società che ha dimenticato il proprio rapporto con madre natura.
Uno scontro che i rionali hanno cercato di esprimere prima con stimoli punk-rock, dalla colonna sonora alle moto portate in piazza, per poi arrivare a mettere in scena un candido ed elegante ballo sulle note di “Eppure sentire” di Elisa.
Il tutto abbracciato da due carri all’apparenza semplici, ma curati in ogni dettaglio. Tanto da far dispiacere qualcuno quando, per ragioni legate all’esibizione, una metà di entrambi i carri è andata distrutta.
SANTE MARIE, QUARTE
Il rione che fa da sfondo alla manifestazione, vista la sua posizione geografica rispetto alla piazza, si è esibito con lo spettacolo dal nome “Negli intrecci della nostra storia”.
Intrecci che hanno anche un significato letterale visto che lo spettacolo parla proprio dell’arte storica imprunetina di intrecciare la paglia.
Lavoro che in passato era per lo più portato avanti dalle donne, e per questo legato indissolubilmente con la ricerca e la conquista dei diritti da parte del genere femminile.
Un connubio espresso tramite balli coinvolgenti per molti tra quelli che hanno assistito allo spettacolo ma che, col passare del tempo, forse si sono scordati delle sensazioni provate durante l’esibizione.
Infatti, il rione Sante Marie è stato il primo a scendere in piazza, perciò con il dovere di rompere il ghiaccio. E di essere ricordato magari con maggiore difficoltà rispetto a quelli venuti dopo.
Foto Danilo Forgeschi