LA VERA STORIA DEL PEPOSO ALL'IMPRUNETINA

Il Peposo è un piatto a base di carne identitario di Impruneta.
La dizione corretta è Peposo all’Imprunetina ma viene anche chiamato Peposo alla Fornacina, perché sono proprio i mastri fornacini i protagonisti nell’invenzione di questo piatto.
L’origine è da ricondursi al periodo medievale ma la notorietà del piatto arrivò nel rinascimento grazie a Messer Filippo Brunelleschi
Si racconta che Brunelleschi supervisionasse personalmente la produzione dei materiali che sarebbero poi serviti in fase di costruzione della cupola del Duomo di Firenze.
Un giorno entrando in una fornace di Impruneta rimase colpito da un certo profumo che si propagava nell’aria da tegami posti alla bocca del forno di cottura.
Incuriosito volle assaggiare un po’ di quella pietanza rimanendone estasiato tanto che oltre ai manufatti in cotto decise di portarsi in Firenze quei tegami assieme alla manodopera specializzata sia nella lavorazione della terracotta che nella preparazione di quel magnifico mangiare.
Le fasi di cottura dei manufatti richiedevano più giorni e più notti davanti al forno senza sosta, dovendo comunque mangiare e non distogliendo l’attenzione dal duro lavoro, serviva dunque un piatto che necessitasse di poche cure, che cuocesse da se.
In ampi tegami di terracotta i fornacini erano soliti mettere tagli di carne di vario tipo e non pregiati, in maggioranza parti con callosità, unendo poi aglio, pepe in grani e bagnando tutto con vino.
Il tegame veniva messo su braci nei pressi bocca del forno, lasciandolo cuocere da solo per lungo tempo, fino a quando i grasselli si fossero sciolti, diventando sapore, e la carne fosse divenuta tenera.
La cosiddetta “preparazione in bianco” rimane l’unica originale e immutata fino ad oggi.